Inside out. La prima autobiografia dei Pink Floyd by NICK MASON

Inside out. La prima autobiografia dei Pink Floyd by NICK MASON

autore:NICK MASON [MASON, NICK]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Genres & Styles, Biography & Autobiography, Music, Pop Vocal, Entertainment & Performing Arts, Individual Composer & Musician
ISBN: 9788817046008
editore: Rizzoli
pubblicato: 2010-07-15T07:38:10.365000+00:00


FORSE INFLUENZATI dalla grandiosa imponenza di Knebworth, fu in quel periodo che intraprendemmo la costruzione del nostro piccolo impero. Comperammo uno stabile al 35 di Britannia Row, appena fuori Essex Road a Islington. Britannia Row era un isolato di edifici a tre piani di proprietà ecclesiastica, che noi al momento opportuno cominciammo a trasformare in studio di registrazione e depositi ove riporre tutta la nostra attrezzatura di scena, che si ampliava di giorno in giorno. Non eravamo scontenti di Abbey Road ma passavamo così tanto tempo negli studi che ci sembrò utile creare un ambiente che potessimo adattare alle nostre necessità. Era anche nello stile dell’epoca che le band costruissero propri studi di registrazione: Pete Townshend aveva gli Eel Pie Studios e i Kinks possedevano i Konk Studios.

Il contratto originale stipulato con la EMI – in cui avevamo tagliato la nostra percentuale in cambio di un utilizzo illimitato degli studi di Abbey Road – era terminato, perciò sapevamo che i costi per lo studio avrebbero potuto crescere. In un modo o nell’altro, ci convincemmo che trasferirci in Britannia Row ci avrebbe fatto risparmiare soldi. In realtà, probabilmente avevamo il sogno di creare uno studio economicamente remunerativo, malgrado i costi elevati che poteva comportare.

A quel tempo io e Roger eravamo gli unici componenti della band con base a Londra – David viveva ancora a nord di Londra, vicino a Royden, nell’Essex, e Rick ora stava su a Royston, a sud di Cambridge. La sede di Britannia Row a Londra N1 era quindi sufficientemente comoda per David e Rick, abbastanza comoda per me (abitavo a Highgate, pochi chilometri a nord-ovest) e fin troppo sotto mano per Roger, che abitando a Islington distava meno di duecento metri dallo studio. Purtroppo per lui, con la fine del suo matrimonio con Judy si sarebbe ben presto trasferito nella zona sud-ovest di Londra.

Dei tre piani nell’edificio che avevamo comperato, il piano terra serviva per lo studio. Ciò significava che il deposito principale doveva essere di sopra, il che a sua volta comportava l’installazione di un montacarichi a catena per spostare su e giù tonnellate di attrezzature, con l’aggiunta di un muletto che ondeggiava pericolosamente fra la strada e una botola priva di protezione. Il piano più alto fu utilizzato come ufficio e alloggio per un tavolo da biliardo, che era solo uno dei primi pezzi dell’equipaggiamento che ci serviva, come insisteva a dire Roger. Il biliardo lo aiutava nei momenti più tediosi delle registrazioni, e da allora in poi tavoli da biliardo si manifestarono praticamente ovunque lui registrasse. Se si stancava del fascino del panno verde, poteva rinvigorirsi con l’abbondante cibo offerto dal custode dello studio – Albert Caulder, padre di Bernie, uno dei nostri ex roadies – che escogitò un sontuoso hamburger con generosa aggiunta di aglio.

Il nostro grande piano per Britannia Row era di diventare poco a poco i re del noleggio, presumendo che le altre band si sarebbero contese il nostro equipaggiamento. Sfortunatamente la maggior parte di loro non aveva bisogno dell’attrezzatura assai



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